dichiarazione

Mi chiamo Giampaolo Spedicato. Sono nato a Vigevano, il 12 luglio del 1962, città dove vivo e lavoro. 
Ho conseguito il diploma come Graphic designer frequentando l’Istituto d’Arte e Comunicazione Visiva ENAIP di Vigevano.
Gli inizi della mia attività pittorica mi hanno visto all’opera nella produzione di dipinti su vetro e su specchio, rappresentando, prevalentemente, scene ispirate alle saghe celtiche. Altre di ambientazione esotica, con riferimento particolare alla mitologia indiana. Mi sono dedicato, inoltre, alla produzione di lavori per i più piccoli ispirandomi alle leggende nordiche ed alle fiabe, sia classiche che moderne.

A dispetto delle apparenze, la mia è una ricerca tecnica più che stilistica, anche se poi lo stile è, per me, conseguente alla tecnica. Occupandomi dello studio sulle rappresentazioni non intendo pormi delle limitazioni nella scelta dei soggetti, ma preoccupandomi del metodo rappresentativo degli stessi, ogni sforzo è diretto nel trovare la chiave tecnica che più si addice ad interpretare il soggetto in considerazione. E questo prosegue da anni.
La mia unica preoccupazione è quella di testare il comportamento del pigmento ( in questo caso acrilico) adattandolo, di volta in volta, al soggetto da dipingere e di valutare la reazione del fruitore per confermare la scelta tecnica.
Certo, prediligo alcune figure piuttosto che altre ma questo non ha nulla a che vedere con una ricerca di stile.

La scelta dei soggetti per i miei dipinti è dettata dalla personale valutazione del colore portata alla esasperazione, prevalentemente in ambienti esotici.
I miei lavori non si accompagnano a commenti di origine filosofica e metafisica in quanto sono dettati solo dalla mia ricerca estetica e dallo studio sulle percezioni, fondamentale nella pianificazione in fase rappresentativa. Infatti ogni opera va letta più in chiave tecnica che concettuale.

La mia forma rappresentativa si fonda su basi tecniche di interpretazione. Non sono interessato alla forma disegnata ma unicamente a quella colorata. Di conseguenza, per me il disegno non è altro che la determinazione di uno spazio da riempire con del colore. Quindi non perdendo tempo nel disegno dei particolari, delle sfumature e delle ombre posso dedicarmi alla quadrettatura dei miei modelli fotografici per riportarli proporzionalmente, in forma di sagome, sul supporto definitivo. Questa per me è la fase più impegnativa anche se non la più lunga. Il resto, tutto il resto, viene fatto unicamente con i pennelli e la terna primaria della gamma di colori acrilici compresi il bianco e il nero. La colorazione avviene tramite la stesura alternata della tinta pura sotto forma liquida. Si arriva così, dopo una serie successiva di un numero imprecisato di strati, alla determinazione della struttura di supporto, quella che ha il compito di rappresentare la superficie dei soggetti all'interno dell'immagine. Cioè tutti i soggetti contenuti, dal momento che per me sfondo e figura sono comunque in primo piano e tendo, ove possibile, a non utilizzare la sfocatura tipica della fotografia.
A questo punto il quadro è quasi terminato e non rimane altro che rifinire i particolari che necessitano di essere esaltati.

La ricerca sulle percezioni, in questo caso quella visiva, mi permette di interpretare il dipinto in modo da fare leva più sulla idea mentale che ognuno di noi ha dell’immagine, che su ciò che essa rappresenta realmente. Mi sono trovato spesso di fronte a letture totalmente diverse, a volte opposte, nei confronti del medesimo dipinto. Questo per me è importante in quanto stiamo parlando di pittura figurativa, rappresentante scene univoche e di facile lettura. 


Giampaolo Spedicato

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